La carenza di infermieri: quando passare dalle parole ai fatti?


A cura della Redazione


Si parla ormai da tempo della carenza di operatori sanitari, ed in particolare di infermieri: le cifre variano in base alle fonti ma sostanzialmente, mancano all'appello circa 60 mila infermieri.1 La pandemia Covid-19 e l'attivazione delle strutture previste dal PNRR, ha reso evidente un problema che era presente già da tempo: numerose strutture avevano l'impressione di lavorare in condizioni precarie se non di emergenza, per la mancanza di assunzioni dovuta ad anni di tagli di bilancio. A peggiorare la situazione si sono aggiunti gli effetti a lungo termine della pandemia sugli infermieri (e non solo…): una forma particolare di “long-Covid”, che sta portando, e non solo in Italia, medici ed infermieri a lasciare la professione. Negli USA, come indicato da una indagine del 2021 dell'Associazione Americana di Infermieri di Area Critica, il 66% degli infermieri di area critica vorrebbe lasciare la professione:2 cifre mai registrate, e non limitate ai soli infermieri.3 E come se non bastasse, il 25% degli infermieri italiani ha >55 anni, suggerendo che nei prossimi 6 anni raggiungeranno l'età pensionabile circa 82.238 infermieri.4 Quest'anno si sono laureati meno di 10mila infermieri, appena sufficienti a coprire il turnover dei pensionamenti.5

Se si volesse raggiungere il rapporto infermieri popolazione degli altri paesi europei (in Italia ci sono 5.5 infermieri ogni 1000 abitanti a fronte dei 10.8 o 12.9 di Francia e Germania) bisognerebbe garantire nei prossimi anni quasi 32mila nuovi iscritti, a fronte dei 17.394 di quest'anno (2021-22), ottenuti in seguito all'invito delle regioni di aumentare i posti disponibili. Per aumentare i numeri, occorrono più sedi di tirocinio, più docenti, ma soprattutto più studenti disponibili ad iscriversi ad un corso di laurea in infermieristica: in numerose sedi non si è riusciti a coprire i posti disponibili per mancanza di iscritti.5 

Se, come si è affermato ripetutamente durante il periodo Covid, il personale non è solo un costo ma soprattutto una risorsa su cui investire, anche dal punto di vista economico, non solo per la miglior gestione di future emergenze sanitarie, ma soprattutto delle situazioni ordinarie, occorre investire con urgenza su due fronti: cercare di trattenere gli infermieri esperti e aumentare il numero di nuovi infermieri. In Italia il dibattito è paralizzato alla constatazione di carenza, e non si sta facendo molto per rendere la professione più attraente (il vero problema!). Anche i miglioramenti economici offerti dal contratto sono, alla fine, poca cosa.6

Un recente editoriale pubblicato sul New England Journal of Medicine,7 mette in evidenza che la situazione sopra tracciata non è specifica dell'Italia: si tratta di un'emergenza internazionale, anche se le due autrici ribaltano il punto di vista affermando che più che di carenza di infermieri, si dovrebbe piuttosto parlare di carenza di ospedali che offrono un ambiente di lavoro sicuro, e in generale salari adeguati e incentivi.

Le autrici propongono un pacchetto di misure che, nonostante le differenze di organizzazione e di organismi contrattuali diversi rispetto agli USA, potrebbero essere considerate quasi integralmente nel nostro contesto.7 Le proposte della Tabella 1 sono state adattate al nostro contesto.





Per garantire l'assistenza serve personale adeguato per numero e competenze, motivato ed in numero sufficiente a garantire un'assistenza sicura.

Occorre rendere attraente la professione garantendo progressioni di carriera e riconoscimenti economici delle competenze avanzate. Le politiche del personale (e quelle sugli infermieri, la cui maggioranza lavora nel pubblico, sono un indicatore importante di investimento nel SSN) sono centrali per rendere operative e funzionanti le strutture del nostro SSN. Se manca il personale non si possono erogare servizi sanitari: le misure di assunzioni straordinarie adottate sino ad ora hanno creato un effetto paradosso perché se da una parte hanno consentito di tamponare i problemi delle strutture ospedaliere, dall'altra hanno drenato risorse da altre strutture (hospice, RSA), peggiorando l'emergenza già presente.4

Il problema della carenza di infermieri non è nuovo, si presenta ciclicamente; la soluzione di importare infermieri dall'estero non è più praticabile come venti anni fa.8 Non sono nuove neanche le soluzioni proposte. Se da una parte il recente contratto di lavoro, offre dei margini di miglioramento,6 dall'altra la situazione è talmente grave che può essere affrontata con un pacchetto di interventi che se non attuati con urgenza, ci porteranno in una situazione paradossale dell'avere tanti posti letto o servizi creati con i fondi del PNRR; ma senza un numero sufficiente di infermieri per garantire un'assistenza sicura.



BIBLIOGRAFIA


1. FNOPI. Infermieri. L'allarme dell'Ordine: “Ne mancano 63mila. Servizi e PNRR a rischio”. Quotidiano Sanità 14 settembre 2021. https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=98180

2. Hear Us Out. American Association of Critical-Care Nurses. https://www.hearusout.com

3. Abbasi J. Pushed to their limits, 1 in 5 physicians intend to leave practice. JAMA 2022;327:1435-7.

4. Di Luca V. Il personale del Servizio Sanitario Nazionale Italiano. In: Spandonaro F, D'Angela D, Polistena B. CREA 17esimo rapporto Sanità. Il futuro del SSN: vision tecnocratiche e aspettative della popolazione. 2022.

5. Mastrillo A. Infermieri. Scendono i laureati: il 25% dei posti a bando resta vuoto. Quotidiano Sanità 298 giugno 2021. https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=105891

6. Laquintana D. Almeno un grazie: riflessioni sul nuovo contratto di lavoro per gli infermieri. Assist Inferm Ric 2022;41:87-9.

7. Costa DK, Friese CR. Policy strategies for addressing current threats to the US nursing workforce. New Engl J Med 2022;386:2454-6.

8. Piccoli M, Di Giulio P, Palese A. Il reclutamento di infermieri dai paesi extracomunitari. Assist Inferm Ric 2005;24:148-52.